IL CIELO IN TERRA
AL MIRAR TANTI VOTI …
«
Maria SS.ma è veramente
la Madre della misericordia ed il Rifugio dei peccatori. Gazzoli
Francesco di Rubbiera era un giovane poco dedito alla pietà,
anzi uno di quegli infelici che si spacciano per increduli. La Doralice
Bussetti in Incerti che lo amava di materno amore forte si addolorava
per la sua cattiva condotta. Dessa fece reiterate preghiere alla
Madonna della Sassola e procurò che questo giovane
l’accompagnasse alla visita di questo Santuario. Quivi giunto al
mirare tanti voti appesi ai muri quali testimonianze di gratitudine per
ricevuti favori e molto più al fissare i suoi sguardi
sull’amabile sembiante di Maria SS.ma, si sentì cambiare
il cuore e si accostò ai SS.mi Sacramenti dai quali da molto
tempo si teneva lontano. Oh! se si sapessero tutte le grazie di questo
genere! Se ne farebbe un volume!»
Questo frammento di una cronaca del 1879 introduce bene
l’oggetto della ricerca (suggerendone, in un certo senso, anche
il metodo, come si vedrà più avanti).
Si tratta dunque dei
voti, delle tavolette dipinte e degli altri oggetti votivi (
ex voto, cioè provenienti ciascuno da un voto) custoditi presso il santuario della Madonna della Sassola.
PORTATI ED APPESI
Era dalla metà del Settecento che la gente portava oggetti
votivi, appendendoli ‘alle venerate pareti’ del santuario,
eretto nel luogo del pilastro con l’immagine di Maria che verso
il 1700 aveva sostituito la quercia che a sua volta l’aveva
ospitata per tutto il secolo precedente. Impossibile sapere quanti
fossero precisamente questi oggetti. Arrivavano numerosissimi, con
ritmo a volte incalzante. Non si riuscivano a catalogare, a registrare;
forse all’inizio non vi si pensava nemmeno. Si esponevano e
basta, questo era l’essenziale.
Don Paolo Arienti (1714-1788), protagonista della costruzione del
santuario ed autore della prima narrazione scritta delle relative
vicende, non ha lasciato elenchi di miracoli né di ex
voto.
Una nota del 4 agosto 1823 informa che «
è
un fatto che li immensi voti preziosi, quadretti, ferle [grucce] etc.
appesi alle pareti della Chiesa levati più volte e sempre
moltiplicati come al presente, sono testimonii occulari di viva fede;
come le molte oblazioni etc. etc. Si vendette un gran numero di oggetti
preziosi, e di tavolette e ferle ne furono abbruciate due carra e mezzo».
Remigio Bassi, più volte miracolato, per decenni devoto e
zelante sacrestano e custode del santuario, scriveva nel 1862: «
Voti
e Tavolette. Per l’attestato delle grazie ricevute come grande
è sempre stata la copia delle grazie e dei miracoli fatti dalla
Vergine per mezzo di questa sua S. Immagine, cosi grande al pari
è sempre stata quella dei voti e delle Tavolette votive, che i
devoti le hanno offerto in attestazione di grata riconoscenza. Non
piccola e spregevole si è la serie dei Voti, che al presente le
stà appesa all’Altare. Vedesi essa quinci e quindi attorno
ad esso spiegata in bella mostra con un vago intreccio in cui sono,
Cuori, Anelli, Smaniglie [braccialetti], Orechini, Collane, e filze di
Perle, di Coralli, d’Ingranate, Croci, Crocette, Medaglie, Occhi,
Mani, Gambe, Persone intiere, ed anche Quadretti rappresentanti
l’oggetto o la scena della ricevuta Grazia. Ma questa serie di
tanti svariati voti in oro ed argento non è a dirsi intiera e
completa: Percioché di tempo in tempo ne sono sempre stati
levati e venduti molti onde provedere alle necessità ed alle
occorenti spese del Santuario: Se tutti fino dal principio si fossero
potuti conservare, ora ve ne sarebbero tanti da formare un grande
Tesoro. L’istesso dee dirsi delle Tavolette votive. Anche di
queste se ne vede ora appesa alle pareti della Chiesa una bella serie,
che colla varietà della Forma, della Pittura, e della
Rappresentanza, meglio degli arazzi le servono di ornamento: ma neppure
essa è intiera e compita, ché alla occasione del Ristauro
furono levate e in gran parte sono ite e fattalmente sperdute: Se tutte
si fossero conservate e rimesse, il Santuario ne sarebbe ora addobbato
da capo a fondo».
Nel 1879 il giovane Giuseppe Tommasi Mazzi, campogallianese per parte
di madre e innamorato della Madonna, in qualità di cancelliere
della neonata ‘Pia Unione della Beata Vergine della
Sassola’, cominciò un registro di notizie sui
miracoli accaduti (raccolte da fonti orali e trascritte dagli appunti
volanti del Bassi). La compilazione s’interruppe dopo due
anni perché il giovane entrò in seminario.
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