In un articolo apparso sulla Gazzetta dell’Emilia il 24
novembre 1959 il giornalista, commentando il trasferimento del Carmelo
da Modena a Sassuolo e la demolizione dell’antico edificio,
scriveva tra l’altro: “Fra poco tempo, dunque, la
secolare pace che regnava nel chiostro da lunghi secoli,
sarà improvvisamente turbata dall’azione del
piccone…”.
Quel giornalista, con tutte le sue buone intenzioni, evidentemente non
conosceva la storia del Carmelo di Modena. Storia che del resto non era
mai stata studiata fino ad ora. In effetti è una storia
lunga e molto travagliata, fin dall’inizio.
È stata necessaria tutta la fedeltà e la
perseveranza di generazioni di monache, con il sostegno fattivo e
continuato di persone che sentivano quest’opera come propria,
per superare difficoltà d’ogni genere.
Fondato in centro città, chiuso, venduto, rifondato in altra
sede, requisito, riacquistato, trasferito, occupato, recuperato e
infine traslocato a Sassuolo, provincia di Modena ma diocesi di Reggio
Emilia. Tre edifici diversi con tre chiese diverse hanno ospitato il
Carmelo.
L’arco temporale della ricerca si estende dal 1618 al 2013,
quasi quattrocento anni, circa sedici generazioni.
Basterebbero questi dati per rendersi conto della ricchezza, della
varietà, della complessità della ricerca svolta.
Senza contare poi la difficoltà di dipanare questa intricata
matassa e renderla fruibile.
Il racconto parte dalle origini del Carmelo teresiano e da uno sguardo
sulla situazione religiosa del Ducato estense, per snodarsi poi secondo
la successione degli avvenimenti. Infine entra nel merito delle
innovazioni post-conciliari e rievoca i recenti importanti
anniversari… e qui siamo già
nell’attualità.
Segue un’appendice di documenti inediti, selezionati fra i
tantissimi studiati. La scelta non è stata facile, ma ha
tenuto conto sia dell’importanza sia della
potenzialità comunicativa.
Per facilitare la comprensione dei termini desueti o troppo specifici o
usuali ma imprecisi, è stato preparato un glossario
intitolato Parole per capire.
L’ultima parte, realizzata inizialmente solo come strumento
di lavoro per orientarsi nel groviglio delle date, si è poi
rivelata asse portante del tutto, punto di riferimento per collocare
nel tempo ogni evento particolare. Si tratta di una cronologia
comparata di avvenimenti generali, comunque legati all’ambito
della ricerca, e di avvenimenti strettamente riguardanti questo
Carmelo.
Tutt’altro che un arido susseguirsi di date, nomi e fatti,
essa rende anche visivamente il continuo concatenarsi di vicende
individuali che influenzano e sono a loro volta condizionate da eventi
di portata europea.
Sono storie di donne forti, decise, fondatrici laiche di monasteri di
clausura, religiose, duchesse, nobildonne, donne di umili origini e
dalla fede semplice, donne capaci di tener testa ai potenti della loro
epoca.
Sono anche storie di uomini, priori generali e provinciali, semplici
monaci, sacerdoti, vescovi, papi, duchi, sagrestani, consiglieri,
benefattori. E storie di santi, dottori della Chiesa, beati,
venerabili…
Di tutti abbiamo rintracciato la memoria nei vari cataloghi e registri.
Nella cronologia sono anche riportate notizie relative alle tre diverse
chiese, fino alla collocazione attuale di arredi e opere
d’arte, documentate e riprodotte nel testo.
In quasi quattro secoli l’organizzazione della vita del
Carmelo è ovviamente cambiata in vari aspetti, ma mostra una
impressionante capacità di andare al passo con i tempi
restando fedele alle proprie origini.
Spesso la fede delle singole persone si dilata fino a diventare storia
di un popolo, e come in filigrana si intravede la storia di Dio
attraverso la storia degli uomini.
E qui in particolare si assiste al rinnovarsi del carisma di santa
Teresa, si colgono i frutti buoni del suo insegnamento in una
maternità che il Carmelo anche oggi esprime verso chi ha la
fortuna di conoscerlo.
Io ho avuto questa fortuna, e ne sono profondamente grata.